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ANNY FERRARIO, ARTISTA FRA DUE LAGHI

Foto di Roberto Molinari

tra ispirazione e materia, il gioco delle ri-nascite       

Nata a Como da famiglia di Bellagio, Anny Ferrario risiede sul Lago Maggiore e ha costruito la sua storia artistica in territorio varesino. Dal 1991 apre Atelier Capricorno a Gemonio in un antico mulino, operando in sinergia con le colleghe e i colleghi; realtà dove tra mostre e simposi trovano spazio corsi aperti a tutti, fino a diventare Associazione Culturale nel 2003 con sede in un nuovo spazio a Cocquio Trevisago e che annovera una cinquantina di artisti contemporanei.

Fiore d’acqua ceramica e smalti, foto Molinari




A un primo sguardo tutto il lavoro svolto in questi decenni, il fulcro, sembra essere un continuo rapporto negato o riabilitato a seconda degli esiti delle opere, con la Natura, intesa in senso goethiano, eterna rivale e al contempo ispiratrice dell’Arte. Nell’esperienza artistica l’arte è sempre rimasta legata e coinvolta con la natura, legata in una simbiosi senza pari. E’ per l’arte ragione di vita o di morte essere immersa con tutto il suo corpo e i suoi sensi nella natura, proprio perché il suo corpo vivente è lo stesso mondo delle materie. Essa  prende corpo nei suoni, nei colori, nelle crete, nei metalli, si fa manipolazione tecnica delle materie, secondo le singole tecniche artistiche, nella misura in cui è intuizione del divenire stesso della natura.

Re Mida, scultura raku e fusione di bronzo

La Natura, intesa come cosmo e forza vitale, che esprime la sua magia nelle intime relazioni delle materie, derivate da terre plasmate e cotte o da fusioni; e la Poesia, intesa come potenza creatrice della parola, che si rivela attraverso suoni e forme arcane quanto più semplici, nei dettagli grafici creati dall’autrice sia con punte che con rilievi e colature di smalti particolari, inserti di materiale organico come fossili e conchiglie, impronte di foglie, anime di legni combusti, profili di lago. Il bisogno del simbolico, la traslitterazione formale che Anny Ferrario produce nelle varie fasi del suo lavoro passando dalla narrazione del mito all’immagine visiva e concreta dell’opera, è il suo segno distintivo.

Collettiva in Atelier

Anny Ferrario è cartesiana e produce entro gli assi razionali che determinano la conoscenza, la ri-creazione formulata del nuovo mondo, il suo. Non è razionalità senza sentimento, anzi, mente e cuore sono come i due poli portanti, gli assi contengono positivo e negativo, nella doppia dimensione c’è il tracciato della terza, come un progetto per un architetto. Nei suoi assi cartesiani lei disegna i confini del mondo, li evoca, li costruisce. E lo fa materialmente. Nelle opere orizzontali, come i piatti Mediterraneo, nei Pesci e negli Anemoni o i Fiori d’acqua, ma anche le Uova di drago, troviamo il suo senso motorio nell’arte, il suo espandersi e raccogliersi, coi sensi tattili e visivi, dentro la materia Natura, da lei ritratta come in un sortilegio e fermata con la parola magica della sua poesia. La sensazione è quella di mondi intrappolati nel suo proprio cosmo in definizione, con terracotta a smalti e raku che richiamano proprio materia e antimateria, dove allora sono i degradanti colori e gli ossidi e gli argenti a gridare a gran voce l’amore formale dell’autrice.

Mostra collettiva in atelier

La scultura è in ogni caso la forma prediletta da Anny, scultura intesa appunto come densità e non come guscio. Scultura che è volume e forma in quanto movimento che occupa uno spazio, anche nella sua soluzione statica formale, ma con l’energia della forza dell’autore impressa per sempre.

Conoscere il mondo attraverso l’artista è accoglierne anche le parti occulte, talvolta apparentemente chiuse in un sogno, in un’ombra, in una percezione. E’ abbandonarci alla meraviglia, capace di rigenerarci. E’ un gioco di poetiche rinascite.

Debora Ferrari

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