di Roberto Tomasin – GO-SPA CONSULTING SRL
“Un giorno i nostri nipoti andranno nei musei per vedere cosa fosse la
povertà” Questa la visione di Muhammad Yunus -economista e banchiere
bengalese, Premio Nobel per la pace nel 2006 e Fondatore della Grameen Bank-
ideatore del microcredito e padre del social business. Il microcredito è un sistema
di piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per accedere ai circuiti
bancari tradizionali. Si basa sulla fiducia e non sulla solvibilità delle persone
permettendo loro di avviare una propria attività imprenditoriale: “le persone non
dovrebbero lavorare per qualcuno, ma dovrebbero avviare una propria
attività”.
“Paradigma dell’economista è non spacciarsi da profeta” dichiarava invece
Federico Caffè economista keynesiano -da John Maynard Keynes padre della
macroeconomia- che sviluppò in Italia gli aspetti salienti dell’economia del
benessere. Nel suo ultimo libro: “In difesa del welfare state” intendendo,
nell’affermazione del titolo, non la somma delle spese sociali e ridistribuzione, ma
lo strumento principe per assicurare a tutti una vita dignitosa e, in particolare, un
lavoro dignitoso. L’umanesimo ispira la sua visione di welfare, non in chiave
paternalistica e assistenziale, ma nel voler promuovere l’autonomia delle persone
riconoscendone il loro diritto ad una vita dignitosa. “Il problema dello stato
garante del benessere sociale (perché un problema indubbiamente esiste)
[è] quello della sua mancata realizzazione; non già quello del suo declino
o del suo superamento.” Tutto questo in tempi di messa in discussione del
Reddito di Cittadinanza come dei servizi a sostegno della vulnerabilità sociale, ma
anche nel prezioso riconoscimento di un prestigioso allievo: Mario Draghi dove
recentemente nell’inviare una lettera agli studenti e professori delle Monteverdi –
gara di matematica a squadre nelle scuole secondarie di primo grado- riporta
come “…la riflessione scientifica di Federico Caffè è ancora attuale e
vitale…al cui insegnamento si è formata più di una generazione di
economisti…educando le giovani generazioni a quei valori etici che sono
alla base di un’economia rispettosa dei diritti e delle persone…divulgando
la sua fede negli ideali di libertà, di giustizia, di democrazia con la sua
passione per lo studio e la comprensione dei problemi sociali” riprendendo
il messaggio di Carlo Azeglio Ciampi nell’intitolare la scuola proprio a Federico
Caffè.
“Non vi è alcuna crisi economica e finanziaria che non venga preceduta da
una crisi etica e morale” evidenziava Benedetto XVI° nel 2010, ed ancora ”…ci
obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare
nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare
quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di
nuova progettualità. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata,
conviene affrontare le difficoltà del momento presente”.
Oggi Papa Francesco I° nelle parole chiave “Pace e Sostenibilità” rilancia i valori
fondanti di un nuovo modello di relazioni economiche che riducano la centralità del
denaro -che riproduce solamente sé stesso- e che ponga la persona come perno di
ogni prospettiva ulteriore. Fin dall’inizio del suo pontificato Jorge Maria Bergoglio
ha evidenziato come bisogna ripensare alla radice il modello economico attuale.
Modello che, di crisi in crisi e delle quali non sono mai state affrontate le cause
ultime, ha prodotto la Grande Recessione verificatasi tra il 2007 e il 2013 in
seguito al crollo dei titoli subprime e del mercato immobiliare americano –
propagatosi in tutto il mondo-, giungendo ai giorni nostri per ratificare l’evidenza
di come la fragilità delle catene di valore -supply chain- progettate per la
minimizzazione dei costi di produzione senza considerare la qualità, l’umanesimo,
del vivere umano sia oramai insostenibile anche nel breve termine.
“Questa economia uccide” già scrisse Papa Francesco I° nella pubblicazione
Evangeli Gaudium per poi rilanciare ulteriormente con l’enciclica socio-ambientale
Laudato Sì che, nell’attualità, fonde armonicamente la cultura economica
codificandola già come Economy of Francesco, nell’accezione francescana del
termine e di tutti i valori sottostanti, responsabilizzandoci come custodi, e non
padroni, della natura e delle sue risorse. La visione, il prodromo, per una ecologia
integrale dove tutto è interconnesso. Si integrano le reciproche influenze tra
ambiente naturale, la società e le diverse sfaccettature culturali, le istituzioni e
l’economia abbracciando la naturalità del mondo innervato sulla bontà del vivere
assieme.
RICETTA E ISTRUZIONI PER L’USO
“L’essenziale è invisibile agli occhi”
Leggere il post senza nessuna conseguenzialità, raccogliere e approfondire con
amici, consulenti, ricerche sul web, aforismi…etc. le varie argomentazioni.
Integrarle con le vostre considerazioni e pensieri. Dormirci sopra e al risveglio
verificare lo stato d’animo. A questo punto iniziate ad appuntarvi le parole chiave
che ne emergeranno per costruire la vostra bussola per orientarvi nel nuovo
mondo ancora da vivere, ancora da costruire. Ricordando che non esiste una
seconda versione disponibile, ma solamente quella che costruiremo assieme.
AVVERTENZA: non conosciamo tutti gli ostacoli che troveremo lungo la strada, o in
una determinata direzione, non sappiamo se andremo a sbattere su uno scoglio
che non sapevamo fosse in fondo al mare. Ogni navigazione è un discorso sul
futuro ma anche sul passato, perché i fatti esistono quando vengono raccontati,
prima che accadere. Le scelte sono sempre nella vita.